Report
Report di Giuseppe Nissardi:
Sabato pomeriggio appuntamento alle 14.30 a Simbi. Sono in leggero ritardo a
causa di qualche problema di vestizione con le protezioni nuove. Ci sono già
Alessandro, Mirco ed un CR 250 2t rosso che non conosco. Partiamo subito, senza
toglierci i caschi, per raggiungere Gianlu e Biba che ci aspettano all'acquafun
dell'Orientale. Durante il tragitto il CR misterioso guida il gruppo ed io lo
seguo. E' un cross puro: no targa, no luci, no silencer, fuorilegge al 100%.
Comincio ad intuire qualcosa ;-). Al posteriore ha una gomma cross nuova di
pacca e sembra un po' nervoso di acceleratore: su asfalto disegna virgole su
virgole ed in uno sterratino prende una sbacchettata da paura. Dopo qualche
incertezza di percorso raggiungiamo Gianlu che sta finendo di vestirsi e c'è il
tempo per fare due chiacchiere. Il CR si toglie il casco e scambia qualche
battuta con gli altri. Ormai ne sono certo, ma chiedo conferma ad Alessandro: "
Ma lui è il DucaConte?" Ale mi zittisce: "Si, ma lui non lo sa e magari potrebbe
offendersi!" Comunque il Duc. ehm . Efisio sembra un ragazzo simpatico e ci
stringiamo la mano. Adesso che siamo fermi mi accorgo che quando è in sella tra
la punta dei suoi stivali ed il terreno ci sono almeno 20 cm e mi chiedo come
farà a zampettare in mulattiera. Gianluca prende il comando del plotone e ci
garantisce un percorso non troppo difficile, poi., magari.., vediamo come ve la
cavate... Torniamo un po' indietro su asfalto e sterratine e poi, attraversando
un varco tra discariche di inerti, entriamo nel magico mondo delle mulattierine
di Burranca. Gianlu guida, seguono le XR, poi Efisio ed io che chiudo il gruppo.
Visto che gli altri si sono presentati tutti su vecchie bombardone raffreddate
ad aria, io ed il DucaConte, che abbiamo moto serie da gara, per fargliela
vedere, entriamo subito in una accesa competizione a chi si pianta e cade di
più. Si inizia con un guadino su un torrentello fetido, praticamente una fogna,
seguito da una salitella fangosa di 3 m. Le bombardone passano in scioltezza,
Efisio fa il guado con molta cautela e non gli si può dare torto, secondo me
cadendo in quell'acqua si prenderebbe il colera anche un indiano abituato a bere
l'acqua del Gange. Comunque, partendo da fermo si pianta nella salitella, scende
al volo, con mirabile agilità e comincia a spingere scavando fossi nel fango
fino a che i ragazzi non lo tirano su. Io faccio più o meno lo stesso, forse con
meno agilità perché non esco da un mese, anche oggi mi sono coperto troppo ed ho
sistemato male l'ambaradan di protezioni nuove con le retine da caghineri e sono
praticamente paralizzato dalla vita in su (altre pinnicche adesso non me ne
vengono :-))). 1 pari. Si prosegue e dopo un po' trovo i ragazzi fermi intorno
ad una pecora immobile, con aria sofferente, accovacciata in una pozza fangosa
in mezzo alla strada. Inizialmente penso che qualcuno la abbia investita, ma ha
qualche altro problema. Gianlu, che è un grande amico degli animali, è
preoccupato, stoppiamo un tipo che passa con un Pandino per chiedergli se la
bestiola è sua. Niente da fare, ci indica una vaga direzione, il pastore è di
là. Il DucaConte rompe gli indugi, acchiappa il muso della bestiola e cerca di
aprirle la bocca. Quando cominciamo a temere che voglia darle un bacetto :-DDD,
riesce nel suo intento, la guarda e sentenzia: "Ha quella malattia!" Quale?
Lingua blu? Boh! Comunque decide che c'è da spostare una pecora, la afferra a
due mani per il vello del dorso, la solleva e la mette in moto (sono molto
contento di avergli stretto la mano PRIMA :-DDD). La bestiole da una sgasata e
riesce a fare qualche passo ed a togliersi dalla strada. Ci guarda stupita ma ha
un aspetto migliore, possiamo proseguire. Non chiedetemi dove siamo andati,
l'Indiano qui è fuori zona e non ne ha capito niente, so solo che abbiamo
seguito Gianluca su e giù in tutte le direzioni, facendo tantissime mulattierine
e tagliafuoco e qualche sterratina. Abbiamo aperto e richiuso (o meglio hanno,
visto che io ed Efisio siamo stati esentati da questi lavori manuali viste le
nostre precarie condizioni psicofisiche) miriadi di cancelli di rete. Abbiamo
superato innumerevoli sbarramenti di massi, terra o altro. Insomma sembra che da
queste parti si combatta una battaglia senza fine tra orde di enduristi affamati
di mulattiere e locali che non ce li vogliono proprio. In uno sbarramento di
massi mi blocco, scendo lasciando la moto che resta perfettamente dritta, con il
motore acceso ed entrambe le ruote sollevate, delicatamente appoggiata sulle
rocce su entrambi i foderi, piastra paramotore e forcellone. Un incredibile
cavalletto naturale! La difficoltà del percorso è media, impegnativo a tratti,
fondo forse un po' troppo bagnato, con diversi tratti tecnici e rocce scivolose,
ma non c'è niente di proibitivo. Le mulattierine sono quasi tutte single track,
spesso con un canaletto nelle zone in terra e frequenti gradini e porte di
roccia. Molti tratti li avevo già fatti nell'ultima uscita con gli assatanati,
ad esempio la mula della macchina bruciata (ma dove è sta macchina? Io non l'ho
notata!), che abbiamo fatto all'andata ed al ritorno. In salita sono andati in
testa gli XR e Gianlu è rimasto con me a fare da scopa. Abbiamo assistito
pazientemente, parcheggiati alla base della mula, alle evoluzione del DucaConte,
che credo se la sia fatta tutta spingendo e scavando fossi, senza peraltro
perdere il buonumore. Io qui sono andato un po' meglio, a parte uno schianto
contro un macigno che a momenti mi demolisce il faro, meno male che il montaggio
elastico ha funzionato egregiamente. La compagnia è stata splendida: i
Bombardoni ci hanno pazientemente tirato fuori, senza mai lamentarsi, da tutti i
casini in cui io ed il Duca ci siamo ficcati. Gianlu, nelle rare soste per
riprendere fiato, ci ha tenuto un vero e proprio corso di enduro, spaziando
dalla tecnica di guida in mulattiera e tagliafuoco, agli olii, agli occhiali e
tanto altro. A proposito di occhiali, io ed il Duca sicuramente non avevamo
quelli giusti, o forse eravamo troppo surriscaldati, e quindi erano sempre
appannati al 100% ed abbiamo fatto tutto il giro senza, schivando raffiche di
pietre e fango. Ne abbiamo veramente combinato di tutti i colori. Di solito il
copione era questo: Efisio attacca la mula scavando fossi con frequenti attacchi
di Parkinson al polso destro. Quando diventa troppo tosta si stoppa, salta giù
al volo con l'agilità di un gatto e sale a spinta. Io che lo seguo mi stoppo a
mia volta e aspetto, poi, se va bene riparto grazie al motore elettrico, se va
male solitamente cado. Il Duca Conte ha sempre la battuta pronta, dopo
l'ennesimo tratto a spinta ha la mano troppo stanca per usare la frizione, cede
il CR a Mirco per portarlo su e quando arrivano in cima cerca di venderglielo su
due piedi: "Ti finisci di pagare le rate ed è tuo!". Purtroppo ad un certo
punto ho perso il conto delle cadute, sia mie che del Duca, e quindi non sapremo
mai chi ha vinto la gara. Posso solo ipotizzare una certa supremazia da parte
mia sul versante cadute da fermo, devo assolutamente allenarmi e sviluppare la
tecnica di discesa al volo di Efisio. Lui in compenso ha battuto tutti i record
di salita a spinta. Delle mie cadute ne ricordo una abbastanza spettacolare in
una stupida salita, dove ho fatto una capriola all'indietro rotolando a valle,
mentre la moto è rimasta parcheggiata quasi a testa in giù, con il motore acceso
e la ruota che gira per aria. D'altra parte le protezioni a tartaruga per la
schiena ed il coccige vanno collaudate :-DDD. Dopo la caduta ero veramente cotto
e non riuscivo a rialzare la moto. Alessandro e sceso giù pietosamente, mi ha
aiutato e dato una spinta talmente energica per ripartire che sono caduto di
nuovo. Alla fine ne sono uscito maltrattando di brutto la frizione. Arrivato in
cima, mentre facevo raffreddare il motore, Gianluca mi ha illustrato il prossimo
obiettivo: una tagliafuoco mozzafiato da fare in salita sulla collina che
abbiamo di fronte. E' imponente come quella di Arborea e più ripida, ma per
fortuna il fondo è abbastanza liscio. Terminate le spiegazioni sulla tecnica
più opportuna per arrivare in cima, cerchiamo di raggiungere la base della
tagliafuoco, il che si rivela più complicato del previsto. Scendiamo giù fino al
torrente e lo guadiamo, ma la tagliafuoco è oltre una recinzione che non si
riesce ad aprire. Dobbiamo attraversare un fossato rognosetto, che Mirco smussa
con qualche sgommata ben assestata e quando passiamo noi è quasi una autostrada.
Poi c'è da fare un trattino trialistico in mezzo a rocce sporgenti su una gobba
che superiamo con alterne fortune, io costringo Ale a fare gli straordinari
:-))). Finalmente siamo al piede della tagliafuoco che vista da lì fa una certa
impressione. Sono due muri quasi verticali, con dei tratti leggermente meno
pendenti prima e dopo. I ragazzi salgono uno alla volta e giungono felicemente
in cima. Quando tocca a me Gianluca mi da gli ultimi consigli e mi posiziona in
rampa di lancio per farmi recuperare fino all'ultimo cm di rincorsa possibile.
Pronti via, prima, in piedi sulle pedane, peso avanti, seconda e manetta aperta.
La pendenza trasversale mi intraversa e continuo a salire in controsterzo
scaricando il peso sulla pedana di valle. Supero il primo muro, ma poi la ruota
anteriore mi finisce sul rilievo di sassi che c'è tra una passata di grader e
l'altra e mi pianto. E mo sono ca@@i penso, meglio non guardare indietro, dove
Gianluca sarà preoccupatissimo pensando alla scarpinata che gli toccherà a fare
per recuperarmi :-))). Provo a ripartire: prima, in piedi sulle pedane, seconda,
manetta, peso a destra, e vai! Supero il secondo muro e sono in cima, salvo!
Dopo poco arriva Gianluca in stile impeccabile e ci avviamo al rientro. C'è
ancora parecchia strada da fare e sta per fare buio, ma il peggio è passato. Ci
fermiamo per qualche istante sulla cima di una collina per godere di uno
spettacolare tramonto infuocato sul Golfo degli Angeli. L'unica preoccupazione è
per Efisio, che è senza fari, gli suggerisco di accendere gli occhi della faccia
di tigre che ha appiccicata sulla tabella :-))). Per fortuna riusciamo a
raggiungere la macchina di Gianluca prima di buio. Un rapido saluto a Biba e
scappiamo via con Alessandro e Mirco che scortano il mitico DucaConte verso
casa. Sono stanco ma felice, nonostante le parole di incoraggiamento di Gianlu
mi rendo conto che avrei potuto sicuramente fare di meglio, tenuto conto che ero
quello con la moto migliore. Però almeno credo di avere imparato qualcosa e poi
i miei prodi compagni di uscita sono RAGAAAAAZZI!
Grazie ed alla prossima.
Giuseppe
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