Nuxis


10 Gennaio 2007


Report di Stefano-Abusivo

Quartetto per moto-giornata abusiva.
Mentre tornavamo dal nostro giro, mi e' venuto in mente un quartetto, un bel quartetto per archi: GiorgioN, primo violino, BrunoADV, secondo violino, Antonangius, viola, ed io, violoncello.



Ognuno con la propria parte e il peso che gli compete. Forse perche' e' stato un giro sonoro. Il silenzio della montagna interrotto dal suono profondo delle nostre moto: i duetti, le parti soliste e le fughe di Giorgio e Bruno, con l'accompagnamento, a volte ostinato, mio e di Antonello.



Vivace, sempre allegro, un ricercare di strade, una fantasia. Formazione raccolta al volo per una giornata rubata all'inverno (che non abbiamo ancora visto) ed al lavoro. Sotto la direzione di Giorgio siamo andati ad esplorare i percorsi alle pendici occidentali del Monte Nieddu (uno dei tanti, questo vicino a Nuxis). Una bella alternanza di sterratoni veloci, mulattiere piu' cattivelle (soprattutto in discesa) e single-track con sorpresa ripetuta (leggasi vicoli ciechi). Gallerie nel bosco si sono alternate con gusto a grandi paesaggi: gole, montagne, il mare.



Le foto al solito album:
http://www.motosardi.org/ollast/foto/album/jalbum.asp
Gli osservatori piu' abili potranno notare che l'equipaggiamento abusivo registra la perdita di uno dei pilastri della cavalleria pesante abusiva: la Regina d'Africa, l'Africa Twin di Giorgio ha lasciato il posto ad una ben piu' agile LC4-ADV,


sicche' il gruppo e' andato piu' sgranato del solito (nel senso che io ero piu' fanalino di coda del solito). Sciolta e veloce la compagnia di BrunoADV; naturalmente impacciata la mia, anche se un bel paio di soddisfazioni me le sono prese anch'io; spettacolare la sequenza del decespugliamento della moto di Antonello.
Bello. Molto resta da fare e si fara', ma il prossimo giro abusivo sara' dalle "nostre" parti.
Alla prossima.

Stefano
Abusivo





Report di Antonangius

Una uscita da top ten.
Quella di ieri per me va nelle top ten. Una bellissima uscita per i luoghi (a livello di monte Paulis, non dico meglio anche per non essere radiato dalla lista :-D) oltrechè per la giornata. Un grazie particolare a Giorgio che dopo essere andato in esplorazione con il Gas Gas ha ricucito un itinerario per una giornata “abusiva” coi fiocchi.
Qualcosa la mattina presto, vista anche la giornata splendida e l'ultima di ferie, mi diceva “peggio per chi non ci sarà”, quindi nonostante una delle mie cicliche notti insonni ho “zombiettato” con la moto, sotto una bagnatissima e fredda nebbia, sino a Domusnovas. Arrivo per primo, subito dopo Giorgio sulla nuova LC4 Adventure arancio metallizzato: la provo, sembra di essere su un aeroplano al decollo, è aerodinamica, dolce all’ inizio poi da’ una bella botta in avanti, è un vibratore ma con la sella soffice.
Saliamo sui monti vicino a Nuxis e ci accorgiamo che offrono di tutto e di più per l’enduro: percorsi soft, semi-hard e hard, tutti in boschi incantati (alberi e macchia alta) o fra rocce scenografiche.



Poche tracce umane, rari i bossoli dei cacciatori. Un silenzio da fuori dal mondo.
Noi (i prodi Giorgio, Stefano, Bruno ADV + sottoscritto)





abbiamo fatto una lunga scorpacciata di percorsi soft e semi-hard, con una puntata sull’hard vero e proprio. Ricco menù di sterrati con tratti rocciosi, single-track erbosi e divertenti nella macchia alta, tunnel nei boschi, pietraie infide in discesa. Più volte abbiamo sbagliato strada o esplorato mulattiere senza uscita ma sempre in bei posti.
Diverse le soste per foto, cazzeggi, acque di sorgente ecc. Abbiamo anche trovato alcuni resti della civiltà “simcaica”, dal nome del dio Simca, di cui Giorgio è un adepto (una foto lo ritrae prostrato davanti alla scultura metallica che rappresenta il dio).




Durante il pasto al sacco un sms di BrunoXT, di cui temevamo i pindacci causa la sua assenza invidiosa, ci ha tranquillizzato con parole beneauguranti in latinorum.
Per me è stata in effetti una giornata fortunata, nelle cose piccole e meno piccole. Le piccole: in un passaggio esplorativo ho perso la bomboletta Fast da sotto il fianchetto, che in due anni non mi aveva mai abbandonato, ma Giorgio l’ha ritrovata al ritorno. Le meno piccole: ormai a fine giro, dopo qualche tratto semi-hard il nostro conduttore ha creduto di trovare la strada giusta garantendo (anche a seguito del mio annuncio ufficiale: “Sono pressochè cotto”), che da lì in poi sarebbe stato tutto facile. Quindi ho proceduto con l’animo tranquillo di chi ha finito la gita: ci attendeva invece il peggio! Una mula hard impestata con pietroni in discesa ripida, sconosciuta e presa per errore, dove ho fatto un numero da “Oggi le comiche” . Colto di sorpresa dal livello di difficoltà mi sono quasi fermato mentre saltellavo sui primi 30 metri di pietroni della discesa, così ho perso il freno motore a causa della frizione automatica: per riprenderlo, come altre volte, ho dato un “colpetto” di gas. Solo che a causa della stanchezza e della totale deconcentrazione mi è partita una sgasata burda, e catapultato da un pietrone sono finito contro il bosco di lato. Quando uno manca una curva si dice che fa “un dritto”, io invece dovevo scendere quasi dritto e ho fatto “uno storto”: nell’impatto ho avuto paura. Mi sono ritrovato con la moto completamente incastrata fra i rami della scarpata e io stesso incastrato sotto. Per uscirne ho spezzato due rami, sputato una foglia e mi sono sollevato da sotto la moto utilizzando un ramo orizzontale come un trapezio. Ho atteso la compagnia della spinta per disincastrare la moto, completamente bloccata col manubrio e i parafanghi anteriore e posteriore fra i rami. Incolume: è questo che conta. Incredibilmente anche la moto senza danni.


Ora bisognava girare le moto in quella mula un po’ dantesca che chissà dove portava: Giorgio sentendosi in colpa ha dato più che una mano. Ho scattato una foto (come al solito non rende la pendenza) dove si vede la ruota posteriore appena tolta dal bosco, mentre Giorgio e Bruno pensano a come girare la bestia. Poco più su c’era Stefano, immobile in attesa del suo turno di aiuto a 6 mani per il dietro front.
Più tardi, nel rientro su asfalto, ho fatto anche un dritto pericoloso ma ugualmente fortunato, poco prima di incrociare una ambulanza ferma a soccorrere dei motociclisti con la moto sdraiata in cunetta.
In definitiva una bella giornata (di enduro) rubata all’inverno, e un’altra uscita rubata alla alterna condizione “zombiettante” del sottoscritto: per me è "o così o pomì". Rientro al buio e al freddo. Oggi non potevamo fare di più, ha detto qualcuno del gruppo: semmai potevamo fare di meno :-D, ho commentato. Una giornata che prendo com’è e metto volentieri nel carnet delle migliori dieci uscite “abusive”.

Antonello