"Bici da montagna"

esplorazione sentieri a Monte Arbu (Cagliari)
Marzo 2006


Partecipanti al giro, Giuseppe , Alberto , Antonio e Roberto l'autista




Parcheggio al bivio per M. Paulis






Alla Sfinge










Pausa di riflessione sul Soglio Pontificio lungo il Sentiero Italia vicino al guado del Baccu Eranu




Abbandonato il Sentiero Italia saliamo alla mula Baccu Eranu








guado del Rio Sa Ceraxa




Alla base del Macigno






Laguna incantata lungo la Culu a Soli






       Giuseppe.



Report


Report di Giuseppe:
Ed eccovi il report delle esplorazioni in MTB di sabato scorso.
L'obiettivo era di verificare la fattibilità in moto del collegamento tra la Sfinge ed il Rio Sa Ceraxa ed eventualmente dare una potatina ed un controllo anche alla Culu a Soli.
Saliti in auto da Solanas a M. Paulis abbiamo parcheggiato e proseguito in bici fino alla Sfinge, per poi scendere dal sentiero Italia.
Qui abbiamo salutato il nostro autista, che è tornato su, si è fatto un giretto fino al nuraghe ed ha riportato la macchina a Geremeas.
Siamo rimasti in tre esploratori: io, Alberto e suo figlio Antonio.
Con Alberto avevamo già fatto tutto il sentiero Italia in discesa una quindicina di anni fa e ne avevamo un vago ricordo di un percorso duro, ripido, nel folto del bosco, con il tratto finale da fare a schiena piegata per i rami bassi, assolutamente poco adatto per la moto.
Visto però che Nicola l'ha fatto recentemente in salita ci doveva essere qualche novità o via alternativa.
Arrivati al megacanalone ho rapidamente abbattuto con il segaccio il più sporgente degli alberelli che restringono il passaggio e l'ho buttato dentro la voragine.
Volendo in dieci minuti si può allargare ulteriormente, ma già così, con un po' di attenzione, si passa bene.
Non ho preso i chilometraggi parziali, ma dalla carta siamo a circa 900 m dalla Sfinge. Da qui inizia un tratto molto impegnativo, ma secondo me fattibile, anche in salita, con qualche cautela ed una buona compagnia della spinta.
La pendenza è elevata e ci sono canaloni profondi e gradoni su massi e radici.
Almeno in uno dei punti critici c'è una variante laterale più facile nel bosco, dove erano ben visibili le tracce dei tasselli di Nico.
Il tratto brutto è abbastanza breve, circa 5 o 600 m, e volendo lo si può migliorare lavorandoci un po'.
Poi si arriva ad un bivio con piccolo guado: a sinistra la strada è larga, con un tunnel buio pieno di liane di rovo pendenti, il sentiero Italia invece va a destra, abbastanza ben segnalato con i bolli bianchi e rossi su alberi e rocce.
Inizialmente siamo andati a destra, il sentiero era un single track strettissimo in slalom tra gli alberi, per poi tuffarsi con pendenza mostruosa in mezzo alle rocce verso un guado (credo del Baccu Eranu).
Fare circa 200 m con la bici a mano è stato parecchio impegnativo, anche perchè i rovi ti saltavano addosso da ogni lato. Visto che tracce di moto non se ne vedevano ed il percorso era peggio del peggio dell'Hell's Gate l'Indiano ha avuto una saggia intuizione: ci siamo presi una pausa di riflessione ed io sono andato in esplorazione a piedi su per la scarpata schivando innumerevoli reti invisibili di uccellatori tese tra gli alberi, con il terrore che ci fosse anche qualche tubo fucile per cinghiali e polverosi pirla :-))). Sono così riuscito faticosamente a raggiungere l'altra strada, quella che avevamo abbandonato sulla sinistra, e, visto che era molto meglio, sono tornato giù a prendere la bici ed i ragazzi.
Un'altra arziata di 200 m in mezzo al bosco con le reti da schivare e pendenza del 100% ed eravamo di nuovo in sella. La mula che percorriamo, chiamiamola di Baccu Eranu (forse la zona sarebbe più precisamente di pala Istrocus, o Is Stroccus, ma suona peggio) è molto bella. E' simile alla 723, chiusa nel tunnel buio nel folto del bosco, abbastanza larga, con il fondo in terra nera cinghialata e inizialmente non troppo pendente. Ci fiondiamo giù schivando i sassi e pedalando in ventisettesima piena (ah, questi ciclisti, hanno sempre una marcia in più! :-))) Libidine pura!
Più giù la pendenza aumenta, il sentiero si restringe, il fondo si fa più duro con un canaletto centrale, pietre e rami da schivare , ma non rallentiamo più di tanto e comincia a vedersi qualche bel volo.
Io ad esempio mi esibisco in una flessione aerea in posa plastica: palmi a terra, braccia piegate, fronte a sfiorare il suolo e gambe dritte all'indietro per aria sopra la bici, siamo RAGAAAAZZI!
Si arriva così rapidamente ad un mozzicone di sbarra ed all'incrocio con la Dispensa Vecchia - Buddui.
Il conta Km segna 6.3, in tutto dalla Sfinge a qui sono circa 3 Km o poco più.
Siamo nella parte bassa del sottobosco lungo il Sa Ceraxa, a circa 1 Km dalla dispensa, 10 m sopra il primo guadino del Baccu Eraneddu, quello piccolo, piccolo dove Citizen si era lussato il pollice. Visto che è abbastanza presto risaliamo per un tratto verso Buddui e poi torniamo indietro a manetta fino alla dispensa.
Ancora libidine pura, ma nessun volo. Passiamo ora alla Culu a Soli, qualche difficoltà a passare i guadini alla base, per via della nuova spiaggia, ma tanto i piedi erano già bagnati :-))).
Si sale tranquillamente, qualche tratto più ripido si fa a piedi, ma la mula non è più rovinata del solito. Anche il guado alto sul Rio Culu a Soli è OK, c'è solo un grosso masso instabile al centro, presidiato da una minuscola raganella, ma si passa ai lati. Anche la discesa è a posto, bisognerebbe potare qualche rovo ma non ne abbiamo più voglia.
Ricominciamo a smanettare ed a volare.
Questa volta io faccio il "cappottone".
Per schivare una pietra metto l'anteriore in un canaletto laterale che me la stoppa istantaneamente e vado di capriola in avanti sopra il manubrio, fortunatamente con atterraggio morbido sullo zaino e sui cespugli.
Quando arriva Alberto dopo un po' mi trova che sto ancora ridendo a zampe all'aria come un babballotto :-DDD.
Alla base del Macigno c'è un sacco di sabbione portato giù dall'acqua, ho paura che di strada su non ne sia rimasta molta.
Dopo qualche altro voletto arriviamo al guado del Cinghiale, che è tutto incasinato, ma in bici ci si passa, prima o poi bisognerà ripulirlo.
Ormai ci resta solo un po' di stradone in discesa e siamo a Geremeas.
Fine delle esplorazioni. In conclusione si può dire che il percorso diretto tra la Sfinge e Sa Ceraxa è molto bello e si può fare in moto e alla prima occasione ce lo tentiamo, magari in salita, così se il pezzo brutto si rivela troppo tosto possiamo tornare indietro senza problemi.
Anche Su Culu a Soli è percorribile, ma bisogna assolutamente pulire il guado del Cinghiale. Infine è probabile che il Macigno si sia parecchio deteriorata, come è successo ai Pietroni, bisognerà fare un sopralluogo (magari anche a piedi dal basso).
Ho paura che queste notizie non siano particolarmente utili ai fini del percorso della cavalcata, attendiamo le decisioni di Giampaolo per organizzare eventuali altre esplorazioni.
Abbiamo fatto qualche foto, se qualcuno le vuole vedere gliele mando, o magari, se lo Zio è disponibile ad ospitarmi, le potrebbe mettere sul suo sito, ma non vorrei creare un precedente visto che non è un report motociclistico polveroso.

Ciao a tutti.

Giuseppe