Maledetta primavera 2
uscita del 21 marzo 2009.
Partecipanti : Stefano, Danilo e Giorgio.
Scrive Stefano:
Due anni fa, con lo Zio, si era iniziata la primavera con la neve a Serpeddi'.
(n.d.r. vedi 96-neve)
A questo giro, un freddo polare ci ha accompagnato per tutta la giornata. Ma
vediamo i dettagli.
Buona compagnia, giornate lunghe e clima mite: gli ingredienti fondamentali
delle belle uscite Polverose e Abusive. A parte il clima, un freddo gelido ci ha
accompagnati tutto il tempo, manco fosse il piu' profondo inverno e non il primo
giorno di primavera, tutto e' andato per il meglio: una uscitona con fiocchi e
controfiocchi.
Eccoci, il solito gruppo di Abusivi irriducibili: io, Danilo e Giorgio. Il
progetto della giornata e' salire rapidamente verso Villasalto, scendere a S.
Vito passando per un nuovo percorso, spostarci a Porto Corallo e tenere la costa
il piu' possibile fino a Marina di Tertenia; da qui, scavalcare il monte verso
Tertenia e risalire a Perdasdefogu e infine scendere verso Ballao.
Bene. Saluti, frulli vari e si parte. Solita salita da Sinnai a Serpeddi',
passaggio in cresta perche' e' un po' che non si va da quelle parti e sbuchiamo
a Monte Genis. Il percorso, per quanto bello, e' piu' che noto e non ci fermiamo
mai; del resto, con il freddo che fa non sarebbe piacevole stare a gelare sotto
le raffiche di maestrale e quindi si va. Go, go, go!!!
Da Villasalto scendiamo per la solita strada che parte dalla base degli
elicotteri verso il Riu' S'Acqua Callenti. Stanno poggiando una conduttura
d'acqua e lo scavo presenta una magnifica traccia, come una tagliafuoco, che
sarebbe una divertente alternativa al tortuoso asfalto; peccato che passi a
ripetizione su terreni privati. Risaliamo rapidamente dall'altra parte e dopo un
po' ci troviamo all'attacco di un altro percorso di cresta: da una parte il
mare, con Villaputzu e Muravera chiaramente visibili, poi, verso sud le montagne
note (si intuisce la conca di Minderri'), poi Serpeddi' ed ancora tutta la
fascia di altipiani, fino al Salto di Quirra, con il corso del Flumendosa che si
vede la' sotto. Finalmente ci concediamo qualche pausa: foto, panorami,
chiacchere e qualche ritocco meccanico (non e' mai troppo tardi!). Il percorso
sulla mappa e' segnato come "carrareccia"; in verita' e' una vaga traccia in
mezzo al fitto cisto e non manca l'occasione di perdere il passaggio giusto.
Rifornimento a San Vito e puntiamo Porto Corallo, dove attacchiamo una bella
sterrata che costeggia per un bel po' il mare e ci fa scendere sulla Statale
poco prima degli impianti della Vitrociset. Pochi chilometri e a Quirra
prendiamo la deviazione per le spiagge di Murtas, dove, dopo piu' di una bella
divagazione tra i rimboschimenti a monte, riprendiamo il percorso di costa. Il
mare e' scuro e agitato e chi sta avanti puo' sentire il forte odore salmastro
nell'aria; agli altri solo polvere e gas, ma la strada, a questo punto, e'
abbastanza severa da non permettere grosse distrazioni. Dopo avere superato un
profondo canale scavato dalle piene, ci fermiamo per qualche foto, ma stavolta
nessuno si toglie il casco per proteggersi dal vento impetuoso.
In tutto questo girare ci voleva anche un po' di esplorazione. Detto e fatto,
giusto quando termina il tratto piu' scenografico, prendiamo una deviazione
verso l'entroterra che, nelle intenzioni, dovrebbe farci scavalcare la cresta
che ci divide dalla valle dove passa la Statale che avevamo lasciato prima.
Bella salita, ma sul piu' bello la traccia programmata si perde presso una certa
"Miniera sa Canna": cosa si estraeva in una simile miniera? Sostanze psicotrope
proibite dalla legge? ;) Giorgio (quello delle esplorazioni piu' ardite) prova a
risalire un cumulo di detriti, ma pare che al di la' non ci sia nulla di
interessante. Intanto siamo costretti a proseguire per il tracciato sul quale ci
siamo trovati; tanto, non e' che faccia schifo, anzi. Prendo nota di un paio di
bivi interessanti per una prossima volta (ci sara', certamente che ci sara' una
prossima volta!) e ci troviamo sulla strada principale, appena due chilometri
piu' su di dove l'avevamo lasciata.
E' ora di pranzo e troviamo un bar aperto (siamo al limite della costa di Marina
di Tertenia): in stagione sara' il solito brulicare di turisti bruciacchiati, ma
ora e' il momento di pastori, qualche operaio e una buona quantita' di
giovanotti nullafacenti. Due sgallettate tengono a bada questa bella razza di
avventori. Ce ne stiamo al sole a guardare il poco traffico: macchine tamarre e
pecore. Scambiamo due battute con un pastore che ci indica volentieri il
passaggio per arrivare a Tertenia per una strada alternativa. Dopo pranzo
andiamo a vederla e ringraziamo mentalmente il brav'uomo per la dritta:
sterratone scorrevole, panoramico e con qualche interessante bivio di cui si
prende nota per una prossima volta (che non e' detto che sia la stessa di quella
di cui dicevo prima).
Siamo di nuovo sulla Statale e scendiamo in direzione di Cagliari. Ma per poco:
gli Abusivi devono tornare sui luoghi noti a chiudere certi conti. Cosi' ci
infiliamo su una strada che io e Danilo avevamo visto tempo fa. Strada? Quale
strada? A novembre era cosi':
http://www.motosardi.org/ollast/foto/2008/08nuovequirra/zP1070381.jpg
Per fortuna hanno ruspato e possiamo andare avanti per un po'. Torniamo
finalmente nel parco giochi del Salto di Quirra. Qui e li' si vedono le tracce
del Rally-Baja di Perdasdefogu dello scorso autunno, ma si vedono anche molti,
troppi punti in cui le piene invernali hanno devastato tutto e nessuno ha ancora
ripristinato le strade. Sono avanti io e mi muovo con grandissima tensione,
aspettandomi da un momento all'altro le scene apocalittiche che avevamo
incontrato a dicembre con Peppe e Danilo. E puntualmente ci troviamo a navigare
a vista sulla traccia dell'alluvione passata che interrompe piu' volte la
strada, rimbalziamo davanti ad un guado (piu' un laghetto che un guado) e ci
fermiamo definitivamente fermati da un crollo. Cosi' non riusciamo a staccarci
dal fondovalle e la prudenza, nonche' l'ora ormai tarda, ci inducono a
rientrare, ma l'agenda dei bivi da controllare si infittisce.
Rientro veloce, inesorabile, senza nemmeno un saluto. Alla fine della giornata
avremo percorso poco meno di trecento chilometri (e Giorgio poco meno di
quattrocento, beata gioventu'!).
Non vedo l'ora di ricominciare!
Foto al solito album:
http://www.motosardi.org/ollast/foto/album/jalbum.asp
Stefano
AbuXivo