"Storie di Polverosi Enduristi"
Iniziazione.... :-)
uscita del 03 maggio 2008.
Partecipanti : Michele, Danilo, Giuseppe "Beppe", Alessio, Gianni, Alessandro Mura, Daniele, Enrico e Marco.
Scrive Michele:
Questo tocca a me, come giustamente mi ha fatto notare lo Zio Marco...
Spero di azzeccare i nomi, dato che per quelli (oltre che per la
guida in moto) sono una frana, abbiate pazienza, correggerete voi!
Ore 14,30 ci troviamo con Danix all'imboccatura della strada chiusa
che porta a Simbirizzi, dato che il Nonno si è gentilmente offerto di
fare una pezzetto di sterrato insieme, assecondando la mia richiesta
di ridurre la distanza da percorrere su asfalto.
Arriviamo al Gerebar, dove ci aspettano lo Zio insieme a Gianni
Secchi e ci raggiungono dopo (se non sbaglio) Giuseppe, Danilo e
forse... Alessandro.
Dopo le presentazioni di rito, partiamo per il giro soft: Danix va
avanti e io prendo la stessa direzione cercando di non perdere di
vista Marco e Gianni, ma in realtà sono loro che stanno
coscienziosamente attenti a me. Gli altri ci raggiungeranno, dato che
la mia andatura da lumaca condiziona il gruppo.
Io affronto il primo pezzo di percorso, che mi sembra abbordabile,
con molta prudenza dato che
non conosco il tipo di terreno, che comunque in questo periodo è
abbastanza asciutto e ritengo possa essere scivoloso,
il mio livello di preparazione è da principiante, dato che sono alla
mia 5° uscita in off;
è la 2° volta che uso questa moto, anche se mi ci trovo bene
nonostante l'esuberanza del motore (qui ci sarebbe da aprire una
discussione a parte sulla mia scelta, che non è stata casuale... ma
mi fa piacere sentire la vostra, critiche comprese, ovviamente)
utilizzo per la prima volta dell'attrezzatura che mi appesantisce e
limita i movimenti (marsupio con attrezzi, camel bag)
La prima tappa, se non sbaglio è Dispensa ... (giusto?)
Ci fermiamo e aspettiamo gli altri che sono usciti da stamattina:
Enrico, Alessio e Ale 450 (chiedo scusa ancora se sbaglio i nomi...)
arrivano dopo una ventina di minuti e a questo punto diventiamo un
bel gruppetto.
Dopo qualche chiacchiera Danix propone di dividerci in
2 gruppi, uno su un percorso soft e l'altro su qualcosa di più
impegnativo.
Ovviamente la mia strada è segnata (faccio per dire) e vado appresso
a Marco, che mi aspetta su ogni variazione di percorso, indicandomi i
punti più opportuni sui quali passare; Gianni è dietro di me che sta
pazientemente alla mia andatura (credo che nel frattempo abbia
raccolto fiorellini nel campo per non annoiarsi troppo...)
Arriviamo in uno spiazzo dove Danix e Marco avevano individuato un
masso idoneo per fare dei saltini (credo sia lo Scoglio del
Sant'Elena) e ci fermiamo per dar modo a chi vuole, di cimentarsi
nella prova.
Qui, dopo aver visto saltare Danix, Marco, Enrico, Gianni e qualcun
altro, dato che non mi sembra ci siano particolari rischi (anche a
detta loro, è adatto ai vecchietti :) ), faccio una prova anch'io e
ne esco praticamente indenne, a parte la cespugliata e seguente
raccolta della moto...
Successivamente si decide di fare una bella salita con discreta
pendenza, canale e pietre che a vederla dal basso mi mette abbastanza
in apprensione.
Guardo gli altri salire, per capire dove mettere le ruote e nel
mentre l'amico Gianni mi incoraggia e rassicura offrendosi di
soccorrermi in caso di necessità.
Credo che il sostegno morale e la decisione siano importanti in
questi casi, sopratutto quando ti manca l'esperienza e la tecnica...
Ho preso fiato, spunto, inserisco seconda, terza e, stando in piedi
sulle pedane la kappona mi ha portato su facendo tu – tu - tu –
tu ... nel tratto finale ho scalato in seconda per non rischiare di
far spegnere il motore, dato che ero lento; su c'era Marco che
portava con disinvoltura la sua Yamaha e nel mentre dava un'occhiata
a me.
Poi salgono tutti gli altri e ritorniamo verso lo Scoglio, dove
Enrico si ferma per la foratura della gomma posteriore.
Si ricompatta il gruppo e, dopo aver gonfiato la gomma col Fast,
ripartiamo per riportarci a Dispensa, per poi ricompattarci poco più
avanti, con Enrico che si sgancia per avviarsi verso casa con la
gomma che perde aria.
A questo punto si decide di andare verso le Paludi. Io seguo tutto il
gruppo che si muove a una certa andatura (sostenuta per me, allegra e
divertente per tutti gli altri) percorrendo un terreno a me
sconosciuto, in alcuni punti erboso e piatto, in altri forse un po'
sabbioso e altri ancora col fondo compatto tracciato da solchi
longitudinali, alcuni dei quali abbastanza marcati.
Marco sta pazientemente dietro a me e forse resta un po' arretrato
per tenersi margine davanti a sé, o non so, dirà lui; Il fatto è che
forse ero un po' rilassato ed era sceso il livello di attenzione, la
differenza di luce tra una zona d'ombra e una soleggiata nei passaggi
tra la vegetazione non mi ha fatto vedere in tempo dei solchi
particolarmente insidiosi nei quali si è infilata la ruota anteriore
facendo atterrare me e la moto sul bordo della strada.
Sono arrivato a faccia a terra urtando con la mano sinistra che avevo
protratto in avanti istintivamente per ripararmi dal colpo.
La scena che si è presentata a Marco quando mi ha raggiunto era tra
il drammatico e il comico!
Io uscivo a tentoni dalla nuvola di polvere con sul casco impolverato
un ammasso di terra, rami e foglie e contemporaneamente cercavo di
spegnere la moto che continuava a borbottare...
Lo Zio accenna qualche domanda sul mio stato fisico e quando, anche
rassicurato da me, si rende conto che ero tutto intero, l'espressione
sul suo viso comincia a passare dal preoccupato al perplesso, fino
a contrarsi nell'evidente vano tentativo di trattenere il riso...
Cerco di togliermi il casco e a questo punto lo vedo preoccupato...
allora penso: forse faccio male, potrei avere qualcosa di grave,
magari un trauma cranico e quindi è meglio che lo tenga addosso...?
Quando sto per compiere l'estremo gesto lui mi implora: nooooo!! E'
molto meglio che quella roba che hai sul casco la lasci lì!
A quel punto, mentre cominciavo a riprendermi dal trauma della caduta
ho realizzato!
Non si poteva perdere una simile occasione!
Rimontiamo in sella e raggiungiamo gli altri per adempiere al dovere
di documentare l'evento con le foto di rito, compresi danni sulla
moto (leva frizione e paramani).
Il giro è poi proseguito verso un'altra tappa in una zona collinare e
quindi verso il fiume e io, con una mano dolorante e la leva
spezzata, fortunatamente ho potuto comunque continuare a guidare,
stando alle costole di Marco che più di prima mi prestava attenzione.
Dopo la sosta al fiume, l'arrivo al Gerebar e la meritata Poretti e
patatine, con brindisi finale graditissimo per il sottoscritto.
Commenti e impressioni:
compagnia ottima, anche al di sopra delle previsioni... (in foto
seisi prusu leggiusu!);
giro alla mia portata (non ho detto FACILE!!) nonostante tutti i
timori, credo normali in questi casi;
posti bellissimi a me finora sconosciuti;
birra Poretti: un nome, una garanzia!
E la caduta?
Cito una frase pronunciata da Danix poco prima del fatto, riferita a
chi pratica il fuoristrada, anche soft:
"... se ti distrai, è un attimo e sei a terra"
L'esperienza insegna...
Ringraziamenti
per tutti per la splendida uscita ed in particolare per lo Zio Marco
che è la dimostrazione che per comportarsi da zii non è necessaria la
parentela, per Gianni che mi ha dato un esempio di solidarietà tra
motociclisti, per Danix che, per quanto ho potuto constatare finora è
la voce più autorevole di questo gruppo... peccato che non l'ho
praticamente visto andare in fuoristrada, dato che era troooppo
avantiiiii... e meno male che è convalescente!
Spero di non essermi dilungato troppo. Qui mi fermo e aspetto i
vostri post, foto e commenti.
Mike
ciao a tutti,
scrive Marco:
ueeehhh....
ma tutti zitti.....!!!!
nessuno che commenta il report di Michele???
Boh.....!!!!
Va be'.....attacco io.....
Bisogna premettere che saputo che un novizio (anzi due) dovevano
uscire con noi..., per tutta la settimana ci siamo divertiti a
terrorizzarli più che con possibili percorsi difficili, con
ipotetici riti di iniziazione tipici delle tribu' di uomini dalla
pelle scura e attributi enormi......
Esagerando allegramente, la cosa ci stava anche sfuggendo di
mano ..... eh...eh....
col risultato che uno dei novellini ha dato for-fait con scuse
terrificanti tipo "il mio ortopedico mi ha vietato..." ...ah..
ah.. ...
In ogni caso "forse" incurante dei riti, si presenta impavido
Michele, siamo quasi coetanei o almeno...io vorrei esserlo con
lui.... :-))
tipo simpatico e con voglia di imparare.
Per essere alle prime esperienze se l'e' cavata egregiamente.
Stupendo il momento in cui l'ho rivisto rialzarsi e ho saputo che
non si era fatto nulla......e al che ho visto cio' che aveva sul
casco......
in tanti anni di cadute questa non l'avevo vista.....
un pezzo di prato con zolla di terra e un bel ramo del bosco lungo
almeno 40 cm., con ancora attaccate le foglioline.....
da morire dalle risate.
Bello anche il momento della pausa al fiume.....tutti rilassati
seduti sulla sabbia a guardare il fiume scorrere, non ho
resistito......
facendo finta di dover schiacciare un insetto nell'acqua ho
cominciato a pestare gli stivali nel fiume schizzando tutti....
ho rischiato grosso.....
il rito Bunga-bunga lo stavano per fare a me.....
Bene......
anche questa e' passata ;-))
Ciaooo,
Marco.
Scrive Alessio:
Ciao Mike!!
…scusa ma ora posso dedicare qualche minuto in piu’ a scrivere….
Per quanto riguarda la tua prima uscita da polveroso te la sei cavata alla
grande compreso il tuffo nel murdegu di testa (non da tutti) ;-))
Bello anche il report..fondamentale x i polverosi!!
Per quanto riguarda la scelta della tua moto, io credo che essendo tu
novizio dell’enduro eri libero di scegliere qualsiasi moto…mi spiego meglio…
Secondo una mia vecchia teoria se sai fare una cosa benino e’ meglio se
scegli con attenzione gli attrezzi che usi per fare quella cosa, pena non
riuscire piu’ a farla bene come prima ….se invece non hai nulla da perdere
quindi stai iniziando da zero, non troverai differenze tra una ciofeca di
moto o quella splendida bestia che hai scelto!!
…non credo che rischi nulla, semplicemente ti abituerai a guidarla…
Quindi rinnovo i miei complimenti x la tua scelta (anche coraggiosa!) ma che
ti ripaghera’ nel tempo perche’ parti gia’ da una ottima base!!
Per quanto riguarda la velocita’ di apprendimento il mio consiglio e’ di non
avere fretta, non inseguire gli altri x forza (tanto ti aspetteranno alla
prima deviazione), pensa solo a concentrati sulla guida e a capire come
guidare in fuoristrada….prenditi tutto il tempo che ci vuole e si costante
nelle uscite…..il miglior allenamento credo sia sempre quello di guidare la
moto…. e cambia spesso percorsi e tipi di terreno!!
Se ti capita fai qualche giro al campo per migliorare la percorrenza delle
curve, anche se risulta palloso!!
L’ umilta’ e’ un altro punto nell’enduro….se ti senti il piu’ lento non
preoccuparti stai dietro e guarda come vanno gli altri, un giorno ti
sentirai sicuro e inizierai a superare qualcuno ma solo quando sarai davvero
piu’ veloce…e se sei davvero piu’ veloce ti faranno stare davanti!!
..almeno x me e’ cosi’..ogni uscita imparo qualcosa di nuovo…
A presto.
Alek300 ( quello che sta’ cercando di imparare a guidare moto fuoristrada…)
Scrive Daniele:
al seguente indirizzo potrete vedere il video dei 4 salti in "su
murdegu"
http://video.google.com/videoplay?docid=-6487158757966427653
se preferite, potrete scaricare il file in alta qualità (42 Mb)
http://www.danix.eu/polverosichnusa/foto/080503/video/4saltinsumurdegu.wmv
per le foto invece :
http://www.danix.eu/polverosichnusa/foto/080503/IMG_0001.JPG
poi dalla
http://www.danix.eu/polverosichnusa/foto/080503/IMG_0013.JPG
alla
http://www.danix.eu/polverosichnusa/foto/080503/IMG_0024.JPG
ciao.
.danix.
per vedere il filmato di Danilo Ibba:
http://it.youtube.com/watch?v=Jund3x74LMw