Uscita del Dicembre 2003 - Prova motocavalcata
Finalmente ci siamo, dopo migliaia di e-mail scambiate oggi si fa sul
serio
e si parte per la prova di motocavalcata della Sardegna Sud-Ovest.
Sono
un
po' emozionato perché il giro sarà lungo e parteciperanno molti polverosi
che non conosco di persona e per di più ancora non ho capito quanto sarà
impegnativo il tracciato.
Comunque le MT21 appena montate mi
tranquillizzano, peggio di come andava con le gomme stradali non sarà.
Riempio il tank da 22 litri fino all'orlo e parto.
Il primo appuntamento
per
chi viene da Cagliari e dintorni è alle 8 al cancello FS.
Ci siamo: io
su
Suzuki DR600, Daniele DR Z400, Maurizio DR350, Cesare HSQ 400 e Marco Yam
TT350. Mancano all'appello Calogero TT600 (giustificato) e Maurizio
Dominator 650, peus po issus.
Breve trasferimento a Poggio dei Pini dove
i
ragazzi di Villasimius stanno scaricando le moto dal carrello e arrivano
gli
altri da Poggio e dintorni: Nicola Kesta, capotribù e guida indiana della
cavalcata, su Ktm 450, Giorgio idem, Giampaolo "the President"
Ktm 520,
Sergio Kawa 300, Andrea Yam WR400 e Alessandro idem. In tutto siamo in
11.
Saluti, pronti, VIA!!! Altro breve trasferimento su asfalto attraverso
Capoterra fino al ponte sul Rio S. Lucia e finalmente inizia lo sterrato.
Da
subito si capisce che il giro sarà a due velocità: davanti gli smanettoni,
che ad ogni partenza dopo le soste si lanciano ululando alle calcagna di
Nicola, e dietro noi lenti, che, forse perché siamo meno bravi o abbiamo
moto meno competitive o teniamo famiglia e non siamo più ragazzini e non
vogliamo rischiare più di tanto, non riusciamo a tenere quel passo.
Comunque, dopo un problema iniziale che ci fa perdere un po' di tempo quando
il gruppo si spezza e i lenti sbagliano strada, si arriva ad un compromesso
soddisfacente: il primo dei lenti impara a seguire le sgommate sul terreno
quando arriva agli incroci e davanti non vede nessuno, e Nicola ogni tanto
stoppa gli smanettoni per dare modo al gruppo di ricompattarsi.
Il povero
Danix è un po' sacrificato nell'ingrato ruolo di scopa, ma ogni tanto,
quando non ne può più, ci passa sgommando e va a raggiungere gli smanettoni
per pulirsi le candele.
Il primo tratto del percorso va da S. Lucia fino
alla SS 293 Siliqua-Nuxis, passando a N di Monte Arcosu, in un bosco di
Eucalyptus nell'ultima parte.
Il tracciato è vario e piacevole, medio -
facile, salvo una breve rampa molto ripida e sconnessa, dove Maurizio,
con
gli slick, si pianta.
La buona vecchia sana solidarietà dell'endurista
non
manca mai, tutti giù, una spinta e si riparte.
Nel tratto finale i lenti
dimostrano anche la loro utilità nel recupero oggetti smarriti (targhe
per
esempio).
Attraversata rapidamente la statale si fa una sosta con foto
e
spuntino sotto uno dei bei ponti della vecchia ferrovia.
Cesare ha forato
l'
anteriore, ma per fortuna la bomboletta gonfia e ripara funziona e via
di
nuovo tutti in fuoristrada verso Villamassargia.
Il tracciato in direzione
Ovest - Nord Ovest è sempre gradevole, con saliscendi, tornanti, roccia,
fango, bosco, nebbia e tutto quello che vi piace.
Si passa in mezzo agli
edifici delle miniere Rosas, dove comincio ad avere qualche problema alla
frizione, che sembra risolto dopo una regolatina, e dal bivio per Orbai.
Niente di particolare da segalare, salvo un'altra salitina ripida e viscida
che ricordo bene perché questa volta sono io a fare da scopa e devo spingere
Maurizio da solo (Nicola ti scongiuro procuragli al più presto 2 gomme
decenti!).
A Villamassargia sosta per benzina e Maurizio, che ha impegni
familiari, ci saluta e rientra via asfalto.
Restiamo in dieci piccoli
indiani.
Trasferimento verso Domusnovas e giro turistico del paese alla
ricerca della strada giusta.
Su uno sterratino in periferia Alessandro
va
dritto a cercare asparagi in un cespuglio. Il radiatore non gradisce e
comincia a fare pipì, ma con un rabbocco di acqua fresca ogni tanto si
può
continuare.
Si va verso il villaggio minerario abbandonato di Arenas
passando in un bel bosco, ma, come giustamente osserva Giampaolo, non si
riesce ad apprezzare bene il paesaggio.
La strada infatti invita ad "aprire"
e le immagini risultano mosse.
Il gran Capo, forse esasperato da quella
muta
di scalmanati che lo tallona da 4 ore, esagera un po' e, dopo una
controsterzata lunga 3 Km ed altri 2 Km di arata di strada, si ferma a
cercare porcini nel sottobosco.
Un attimo di spavento, ma, a parte qualche
raschiatura ed una freccia penzoloni, i danni sembrano limitati (tutto
OK
Nicola?).
Si riparte con andatura un po' più tranquilla e si arriva ad
Arenas dove facciamo pausa in un area picnic in mezzo al bosco.
Si mangia
allegramente, anche grazie ad un po di vinello buono, e dopo un po' di
lazzi, frizzi e foto si riparte.
L'idea è di arrivare fino a Cala Domestica
passando da un canyon molto bello e poi decidere il ritorno in base all'ora.
Il percorso è sempre piacevolissimo e variato, siamo vicini al tempio di
Antas, si fa un pezzetto di asfalto e poi ancora sterrato fino a che non
mi
si rompe il cavo della frizione.
Devo ammettere di essere totalmente privo
di attrezzi e ricambi ed anche parecchio arrugginito come meccanico (l'
ultima volta che ho cambiato un cavo di frizione deve essere stata 10 o
15
anni fa) e propongo quindi di proseguire, anche perché mi secca fare perdere
altro tempo agli altri.
Ma ecco di nuovo la buona vecchia sana solidarietà
dell'endurista e saltano fuori da tutte le parti attrezzi e meccanici,
in
particolare Marco si dimostra ancora una volta un formidabile compagno
di
uscite e, dopo avermi regalato la settimana scorsa la gomma anteriore
tassellata seminuova, tira fuori un set di cavetti e morsetti di scorta
(alla prima occasione ti devo offrire perlomeno un pranzo!).
Nonostante
gli
sforzi la riparazione non va a buon fine e devo continuare senza frizione.
Se a qualcuno fosse rimasta la curiosità, ho verificato che la rottura
era
probabilmente dovuta a 2 sassetti di quarzo intrappolati tra il cilindro
ed
il comando frizione, che impedivano il movimento del braccio e del cavo,
e
la riparazione non andava perché il morsetto fuori dalla sua sede urtava
su
un bulloncino del carter e bloccava la corsa del braccio, insomma una
grandissima CA..TA!!!!!.
Ripartiamo e poco dopo una raffica di vento fa
chiudere una sbarra di ferro addosso a Cesare con dolorose conseguenze
(come
va Cesare? Spero che di mestiere non facessi il pianista!!!).
Mentre
attendiamo che l'infortunato si riprenda ci raggiunge e saluta un gruppetto
di fuoristradisti locali con moto enduro e trial.
Ripartiamo e poco dopo
abbiamo la sgradita sorpresa di trovare la strada del canyon sbarrata da
una
specie di diga di macigni.
Impossibile passare, i ragazzi mi danno
gentilmente una spinta per permettermi di partire in salita senza frizione,
e si torna indietro.
Percorriamo un bel tratto di sterratone veloce tutto
curvoni e tornanti e finalmente torniamo sull'asfalto sulla SS 126 nel
tratto tra Fluminimaggiore e Iglesias.
Devo salutare i ragazzi, che hanno
in
programma ancora fuoristrada nella foresta Marganai e prendere mestamente
la
via del ritorno. Il contaKm parziale segna 152 Km di cui circa 120 off-road
e ne dovrò fare altri 80 senza frizione, schivando semafori rossi e centri
abitati, prima di tornare a casa.
Dal racconto di Marco e dalle foto viste
sul sito sembra che i 9 piccoli indiani rimasti non si siano annoiati nell'
ultima parte del percorso.
C'è un volontario che ci fa un piccolo report?
In
particolare siamo curiosi di sapere come è che il Kawasaki è sceso nel
bosco
a cercare funghi.
Vi mando i miei più cordiali auguri
di
buon Natale e buone feste.
Ci sentiamo a fine anno per le prossime uscite.
Saluti a tutti.
Giuseppe